Burano e una cultura da rinnovare

Da Il Gazzettino del 24.12.1995
Burano e una cultura da rinnovare
Pittura protagonista nella celebrazione per Vellani Marchi

L’ex chiesa delle Cappuccine, oggi sede del centro civico di Burano, quasi non è bastata a contenere il pubblico che ha partecipazione artistica culturale di Mario Vellani Marchi. La serata si è aperta con una esposizione dei disegni del pittore modenese ed è continuata con l’excursus della sua storia artistica a Parigi e Milano e della sua vita. Capitato a Burano nel 1920 espresse tra le sue ultime volontà, quella di essere sepolto nel piccolo cimitero di Mazzorbo, dove ancora oggi riposa nel silenzio degli scorci lagunari che tanto lo ispirarono in vita. Con questa iniziativa, organizzata dall’Associane artistica culturale di Burano in collaborazione con il Quartiere, si spera di ridare vita a tutta quella tradizione culturale, soprattutto pittorica, che per tanti anni è appartenuta a Burano. Basti pensare agli «anni d’oro”, del premio di pittura iniziato nel 1946 e continuato tra alterne vicende fino al 1991, quando per mancanza di fondi e di volontà fu congelato. Con la ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Vellani Marchi, che in qualche modo fu antesignano di quella corrente pittorica che in seguito sarebbe stata detta “scuola di Burano” si spera di riaccendere quegli ingranaggi politici ed economici che possono permettere al tanto atteso “premio di pittura” di tornare in auge per il prossimo settembre.
Durante la serata Orazio Barbaro ha ricordato come una volta gli unici «foresti» di Burano fossero i pittori e di come nell’osteria «da Romano” artisti e pescatori tirassero l’alba davanti ad «un’ombra di bianco».